Oggi è una giornata piovosa a Firenze, troppo grigia per non portare un po’ di allegria e colore parlando di stoffe giapponesi. Avete presente quelle fantasie geometriche o floreali che ogni tanto si vedono nei negozi di articoli per la casa? Ecco, alcune di loro rimandano all’antica cultura giapponese, che personalmente adoro!

In particolare vorrei parlarvi della decorazione Shibori, una tecnica di tintura, che permetteva di ottenere delle geometrie o segni astratti legando un tessuto in tinta unita ed immergendolo in un bagno di acqua colorata. I risultati erano sempre diversi a seconda del tipo di legatura fatta; c’erano infatti varie tecniche che permettevano di diversificare i decori degli scampoli.

Una curiosità riguarda l’impiego di questi ritagli di tessuto, che dal 1603 presero il nome di furoschiki.

Furoschiki era appunto chiamato un avanzo di stoffa, generalmente un quadrato di 45×45 cm che, piegato in modo specifico, serviva da sacchetto contenitore per abiti o vasellame.

Il termine deriva da furo (bagno) e schiki (aprire), questo perché durante il XVII secolo in Giappone si erano diffusi i bagni comuni e di conseguenza, per far sì di non scambiare accidentalmente gli indumenti con i molteplici avventori dei servizi, si usava impacchettarli con tessuti a fantasia per poterli subito riconoscerli.

Se negli anni ne era andato un po’ perso l’uso, vista anche la rapida diffusione dei sacchetti di plastica, oggi più che mai sta tornando alla ribalta, proprio per limitare il consumo di materiale plastico e ridurre l’inquinamento.

Essendo così bello da vedere e semplice da fare, perché non provare a introdurre il furoschiki anche nelle nostre case come decorazione? Immaginatelo legato intorno al un cuscino con una bella fantasia colorata, attirerà subito gli sguardi…

Parlando di stoffe giapponesi non possiamo non parlare del tan-mono, il famoso rotolo di stoffa pregiata dal quale si ricavano i kimono. Pensate che la striscia di tessuto di questo particolare rotolo è larga solo 36 cm, questo perché la tessitura viene ancora fatta con i tradizionali telai giapponesi. Ovviamente il costo è più alto, ma l’esclusività del materiale e la qualità non hanno paragoni! Già mi sembra di sentire il rumore dei telai che producono una magia con i filati; sete e colori si intrecciano per dare vita a manufatti di impareggiabile bellezza.

Se nella moda si sono già fatti strada è giusto che anche l’arredamento e la decorazione d’interni abbiano il piacere di fare la conoscenza di questi splendidi tessili, perché la casa è accoglienza, è moda, è arte.

Martina Marino

Foto da Pinterest